Esperto nazionale distaccato: una reale opportunità per la pubblica amministrazione di contribuire alla costruzione ed all’integrazione dell’Europa.

Non molti, anche tra i colleghi all’interno della stessa amministrazione pubblica italiana, sono a conoscenza delle opportunità disponibili a livello europeo, in termini di collaborazione e di scambio professionale, come quella offerta dall’istituto dell’Esperto Nazionale Distaccato (END) e dall’Esperto nazionale in formazione professionale (ENFP)[1].

Essenzialmente queste sono due figure che rappresentano un’unica concreta possibilità, messa a disposizione di un funzionario/dirigente in servizio presso un’amministrazione pubblica centrale, regionale o locale di uno Stato membro dell’Unione europea per svolgere, grazie alle sue comprovate esperienze e conoscenze professionali, un periodo di lavoro all’estero, in modo da poter offrire le proprie competenze a favore delle istituzioni, degli organi o degli organismi dell’Unione Europea

Gli END e gli ENFP, pur rimanendo anche dal punto di vista retributivo alle dipendenze della propria Amministrazione di appartenenza, sono a pieno titolo, per un periodo massimo, rispettivamente, di 6 anni e 5 mesi al servizio di un’Istituzione europea[2].

Entrambi si configurano, quindi, come strumento utile per favorire una fattiva cooperazione tra le istituzioni dell’Unione europea e la pubblica amministrazione in tutte le sue stratificazioni e ramificazioni settoriali e territoriali. Dall’ultimo dato disponibile (2017)[3] si evince, infatti, come la presenza italiana a livello europeo sia di circa 200 unità, provenienti da regioni, ministeri, agenzie, università, coprendo, quindi, una buona fetta dell’ampio panorama in cui si estrinseca la complessa macchina burocratica amministrativa dello Stato italiano.

Tra queste amministrazioni vi é rappresentata anche la Regione Sardegna[4] che ultimamente ha colto e promosso questo percorso, concedendo proprie risorse umane per contribuire all’elaborazione e all’attuazione delle politiche europee[5].

L’Amministrazione regionale si pone, quindi, all’interno di quella nuova corrente di pensiero, che fa riferimento dal punto di vista della dottrina alla Pubblic Governance che pone l’accento sulla complessità del processo decisionale, la presenza di arene politiche nazionali sempre più interconnesse, in cui non è più sufficiente il criterio dell’efficienza per guidare le singole amministrazioni. Un innovativo approccio che punta sulla collaborazione fra Enti pubblici, in cui si supera quella barriera di diffidenza e di autoconservazione di posizioni di potere, tipica di sistemi chiusi, nella logica dei compartimenti stagni, andando verso una Pubblica Amministrazione concepita come sistema aperto, come una rete tra Enti che interagiscono tra loro e promuovono nuove modalità per lo scambio di esperienze e l’apporto flessibile di nuove competenze.

In questa visione, in cui la Pubblica Amministrazione si pone quale insieme reticolare multilivello e multi-attore, la figura dell’END può sicuramente rappresentare un valido mezzo per la creazione di reti interistituzionali. Naturalmente, altro aspetto fondamentale è la possibilità per l’amministrazione pubblica di potere beneficiare di conoscenze ed esperienze professionali qualificate e sviluppate durante il periodo di distacco.

La questione su come innestare in maniera maggiormente proficua il personale di ritorno presso le amministrazioni di appartenenza è stata a lungo dibattuta. Con il DPCM 184/2014[6] si è posta proprio l’attenzione sul versante che rimane ancora il più critico dell’esperienza dell’END, la fase ex post, quella appunto del rientro. In questo caso la sfida da cogliere è quella della valorizzazione di questo importante percorso professionale. Nel provvedimento, infatti, si sottolinea come l’esperienza maturata all’estero debba essere adeguatamente tenuta in considerazione, sia nell’ambito delle progressioni di carriera che nell’assicurare una posizione consona e funzionale alle competenze acquisite durante il distacco.

Il rischio che spesso si corre, in effetti, è che il termine del periodo all’estero non coincida con un’adeguata valutazione dell’importante bagaglio di conoscenze che l’END porta con sé. Capita purtroppo sovente che l’amministrazione di appartenenza dell’END consideri l’attività svolta all’estero come una sorta di parentesi professionale, non ponendo lo stesso dipendente di ritorno in condizione di mettere a frutto quanto acquisito e di poter cosi’ incidere incidere positivamente negli assetti organizzativi della sua struttura, con un approccio che si dovrebbe tradurre in innovazione ed apertura al cambiamento.

Quindi, affinché strumenti come l’END si rivelino non solo quali importanti ed allettanti opportunità lavorative per il singolo dipendente pubblico, ma anche fattori di rinnovamento per l’intera pubblica amministrazione, sarebbe necessario presidiare e favorire  la fase iniziale, promuovendo le candidature verso le numerose posizioni disponibili, e soprattutto accompagnare e porre in essere modalità che consentano una messa a sistema delle competenze e dell’esperienza professionale acquisite nel periodo di distacco.

Solo in questa ottica, al suo ritorno, il funzionario potrebbe contribuire in modo incisivo al rafforzamento delle competenze delle strutture dell’Amministrazione di appartenenza, se non addirittura a favore della pubblica amministrazione italiana nel suo complesso, ampliandone la visione in una prospettiva europea, contribuendo ad un reale avvicinamento tra istituzioni nazionali ed europee.

A questo proposito una possibilità percorribile su cui riflettere potrebbe essere quella di una ampia promozione dell’istituto della mobilita interna, prevedendo, per esempio, la ricollocazione del personale al termine del distacco anche in altre Amministrazioni differenti da quelle di appartenenza, in modo da poter essere assegnato a ricoprire una posizione resasi vacante o creata ad hoc in un particolare Ente od istituzione che tenga in debita considerazione l’esperienza maturata all’estero, trovando il giusto matching tra le nuove competenze in possesso del dipendente e le funzioni e gli obbiettivi relativi al posto da ricoprire.

Articolo di Vito Conzimu


[1] Vedi le informazioni di dettaglio sul sito del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Europea https://www.esteri.it/mae/it/servizi/italiani/opportunita/nella_ue/nelle_istituzioni/espertinazionalidistaccati.

[2] Altra differenza tra la figura dell’END e quella dell’ENFP riguarda la possibilità solo per il primo di poter usufruire di un’indennità che va a compensare disagi e costi del distacco.

[3]Rapporto annuale del Clenad Italia, associazione che raccoglie e promuove gli END che lavorano presso le istituzioni europee.

[4] Vedi le informazioni di dettaglio sul tema nel sito della Regione Sardegna https://www.regione.sardegna.it/j/v/2420?s=1&v=9&c=13821&es=6603&na=1&n=10&tb=13769&esp=1 .

[5] Attualmente sono 2 i funzionari in distacco come END. Inoltre, la regione Sardegna con la D.G.R. n. 52/35 del 28 ottobre 2015 ha promosso una nuova governance ed il potenziamento delle attività inerenti i rapporti con l’UE, sottolineando che i funzionari regionali  si candidino per posizioni END  in ambiti che siano coerenti con alcune priorità politiche regionali quali: continuità territoriale e trasporti; concorrenza e aiuti di Stato; − agroalimentare e sviluppo rurale; coesione economica, sociale e territoriale; ambiente ed energia; politiche sociali e dell’occupazione (integrazione sociale e politiche attive del lavoro).

[6] Regolamento di attuazione relativo ai distacchi di personale della pubblica amministrazione presso l’Unione Europea, le organizzazioni internazionali o Stati esteri. (14G00198) (GU Serie Generale n.290 del 15-12-2014)